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Collaboratrice di ricerca presso l'Istituto Italiano di Tecnologia - Inail Rehab Technologies Lab e ex studente del Master di Relazioni Franco-italiane dell'Université Côte d'Azur di Nizza

Sofia Sperotto

"Prima di cominciare vorrei specificarti il mio background, di che cosa mi occupo ad oggi. Ho fatto uno stage presso un laboratorio dell’IIT che si chiama Rehab Tecnologies che è un laboratorio in collaborazione tra IIT e il centro protesi Inail e all’interno di questo laboratorio sviluppano tecnologie mediche per la riabilitazione e protesi. Questo per dirti che le mie risposte saranno dettate dalla mia conoscenza sul laboratorio Rehab Technologies”

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In che modo le attività di ricerca e sviluppo condotte dall’IIT contribuiscono alla competitività della Liguria? 

“Le tecnologie sviluppate all’interno dell’IIT di Genova sono diverse, infatti questo istituto di ricerca copre un’ampia gamma di attività di ricerca. Quella che io personalmente conosco maggiormente è quella della robotica. L’IIT ha creato un progetto che si chiama Raise Liguria (Robotics and AI for socio-economic empowerment) che è progettato da IIT, CNR e Unige. Questo progetto è nato da poco ma è già stato scelto tra gli ecosistemi di innovazione del PNRR e lo scopo è appunto promuovere la nascita di start-up e l’inserimento di tecnologie robotiche nei settori industriali. Far sì che le tecnologie di IIT possano finalmente uscire dallo stabilimento ed essere impiegate nell’industria. Cosa che sì fino ad adesso già succedeva perché dall’IIT sono nate 34 start-up e quasi tutte hanno mantenuto la loro sede a Genova. Tutto quello che ne nasce quindi e che ne nascerà da qui ai prossimi 10 anni può veramente far sì che la Liguria e Genova diventino un centro di riferimento per la robotica e l'intelligenza artificiale."

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In che modo l’IIT collabora con altre istituzioni o imprese locali per promuovere l’innovazione nella regione?

“Ti posso fare l’esempio del nostro laboratorio Rehab Technologies (che impiega tra l’altro 70/80 persone con un’età media sotto i 30 anni) che collabora con la maggior parte delle aziende che si occupano di dispositivi medici nella zona di Genova. Inoltre il Rehab Technologies ha anche un’altra linea di ricerca improntata verso le neuroscienze e in questo contesto collabora con un’azienda che si chiama Esaote che è veramente un colosso con sede a Genova e che si occupa di tecnologie per esempio per le risonanze magnetiche. Per ultimo Rehab collabora anche con una spin off Movendo Technology che è nata dallo stesso laboratorio che si occupa di piattaforme per la riabilitazione robotica e appunto continua a mantenere stretti rapporti con il suo laboratorio di origine per ricercare quali saranno i bisogni futuri del mercato in questo campo. 

Ce ne sono molte altre in realtà locali che collaborano con l’IIT ma già con questo ci si può fare un’idea di quante start up mantengano i contatti con questo istituto per continuare ad espandersi e crescere."

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Quali sono i settori tecnologici specifici sui quali si concentra l’IIT e che potrebbero stimolare la crescita economica della regione?

“Nonostante l’IIT abbia varie linee di ricerca, quello che si è trasformato nell’eccellenza di IIT è la robotica. Hanno quindi l’obettivo di diventare un centro di riferimento in questo campo specifico. è nato anche da poco un centro specializzato che si chiama Center for Robotics and Intelligent Systems (CRIS) che è un’altra sede di IIT vicino a quella principale che si dedica completamente alla robotica in tutti i campi da robot di servizio, per la riabilitazione o per le emergenze per esempio. Questo è quello che è l’obiettivo di questo programma Raise e di far si che da qui ai prossimi 10/15 anni si possa sviluppare veramente un settore di riferimento a Genova e quindi io suppongo che sia benefico per tutta la regione ovviamente.”

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In che modo l’IIT promuove lo spirito imprenditoriale e quindi lo sviluppo di start-up tecnologiche nella regione? 

“All’interno di IIT esiste un ufficio che si chiama Technology Transfer Directorate che si occupa a tempo pieno di valutare le tecnologie prodotte e sviluppate all’interno dell’istituto per poterle trasformare in start-up. Si occupa prima di tutto di gestire i brevetti che sono moltissimi perché tutta la ricerca nell’istituto vuole essere competitiva nel settore industriale quindi non vuole essere solo ricerca fine a sé stessa, ma il fine è di arrivare all’industria e all’innovazione di essa. All’interno del Technology Transfer Directorate c’è poi un settore specifico che si occupa della formazione dei ricercatori che è un punto fondamentale dato che a volte i ricercatori non hanno le competenze necessarie per sviluppare start-up e da questo punto di vista l’ufficio si occupa appunto di dar loro le competenze necessarie oltre che valutare tutto lo stato del mercato attuale e delle tecnologie sviluppate. Infine l’ultima tappa è di trovare dei fondi per finanziare e far finalmente uscire i progetti dall’istituto e anche di questo si occupa l’ufficio di cui ti ho parlato. Si organizza anche un workshop annuale che si chiama High Tech Entrepreneurship che è un programma di 3/4 incontri tra ricercatori di IIT che hanno tecnologie quasi pronte per il mercato, Unige e l’Université Cote d’Azur. è interessante constatare che non tutti ovviamente hanno già bene in mente come si possa gestire una start-up, di come funzioni il mercato in generale ed è proprio in questo contesto che un ricercatore incontra un gruppo di studenti di economia di Unige e UCA e tramite a questa collaborazione ci si trova a dover gestire un progetto di start-up tra studenti e ricercatori. Ho partecipato io in prima persona al progetto ed è stato davvero molto interessante. In questo momento l’ufficio Technology Transfer sta gestendo due progetti di start-up che da qui ai prossimi due anni ci si attende possano diventare indipendenti."

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Secondo te, come si adatta l’IIT alle attuali sfide della regione come il declino demografico e le infrastrutture obsolete? 

“Per quanto riguarda il declino demografico posso dire che l’IIT impiega quasi 2000 persone ed è un numero in crescita. Sta cercando una competitività nazionale per far sì che i ricercatori italiani ritornino, oltre a cercare di attirare ricercatori internazionali.
Per le infrastrutture posso farti un esempio concreto invece di come IIT si sia adattato ai problemi infrastrutturali della Liguria. Sono stati creati due robot che attualmente "vivono" sul Ponte San Giorgio (quello che prima era il Ponte Morandi) e questi sono nati proprio per evitare che eventi come quello del Ponte Morandi si ripetano. Ci si attende che poi questi robot vengano impiegati anche in altri ponti, il maggior numero possibile. Questi due robot si chiamano Wash e Inspection. Il primo è un dispositivo che si occupa di ripulire i pannelli solari che danno energia al ponte e funziona autonomamente. L’altro è super innovativo ed ha due binari sotto al viadotto ed ha un braccio snodato che controlla tutto il ponte perché il suo scopo è ispezionare il viadotto, i materiali, le crepe. Questi sono due esempi di robotica volti a mantenere lo stato delle strutture."

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